
14 Giu Immunoterapia / 2016
Tutor: Dott. Antonio Curti, Dott. Giovanni Torelli
14 Giugno 2016
La discussione prende spunto dai suggerimenti del Dr. Curti relativi all’importanza di mettere in luce fattori predittivi di risposta ai nuovi farmaci immunologici ormai largamente in uso presso i vari centri ematologici, in particolare il blinatumumab.
A tal fine potrebbe essere di interesse proporre:
- l’analisi del repertorio immunologico del paziente, in termini di analisi delle sottopopolazioni linfocitaria, repertorio del TCR, nuovi subsets citofluorimetrici e funzionali. Si discute circa la possibilità di proporre tale studio anche nel contesto del nuovo protocollo D-ALBA, durante la fase che precede la somministrazione del blinatumumab, a diversi time points da definire nel dettaglio;
- lo studio della popolazione blastica mediante metodiche biomolecolari per la caratterizzazione del carico mutazionale e della formazione di neoantigeni da mettere in relazione alla risposta al farmaco. Tale studio potrebbe basarsi sull’analisi di tutti quei pazienti finora trattati con blinatumumab presso i vari centri di cui sia disponibile materiale della diagnosi.
Viene introdotto l’argomento del rischio infettivo cui viene sottoposto il paziente dopo terapia con blinatumumab, in particolare se il farmaco viene utilizzato come bridge al trapianto. Tale problematica è infatti particolarmente attuale e sarebbe di grande interesse poter condurre uno studio della ricostituzione immunologica di questi pazienti nella fase post-trapiantologica, al fine anche di proporre nuovi schemi di monitoraggio e di profilassi anti-infettiva.
Sempre a proposito dei farmaci bispecifici, si sottolinea il potenziale interesse a condurre uno studio preclinico che analizzi nel dettaglio il meccanismo d’azione del farmaco, nei termini di specifica identificazione del costimolo attivatorio fornito alla cellula T nella fase di riconoscimento del blasto e dell’eventuale importanza dei livelli di intensità di espressione del CD19 da parte del blasto.
Si discute circa la possibilità che trial clinici di fase 1-2 caratterizzati dall’infusione di cellule T trasdotte con recettori chimerici artificiali (CAR-T) possano partire anche nel nostro paese. Anche in questo setting sarebbe interessante condurre degli studi che possano evidenziare caratteristiche della leucemia predittive di risposta al nuovo trattamento.
Un altro argomento discusso riguarda le leucemie a fenotipo T; in particolare si evidenzia la carenza per questi pazienti di possibili strategie di immunoterapia o basate sull’utilizzo di inibitori specifici. Sarebbe pertanto importante stimolare lo sviluppo di terapie cellulari in grado di riconoscere questo sottotipo di leucemia, basate sull’espansione ed attivazione di linfociti citotossici quali le CIK o le NK.
No Comments